lunedì 28 luglio 2008

Ferrero e i duri e puri: prego...

Paolo Ferrero è il nuovo segretario di Rifondazione Comunista. Al VII congresso di Rifondazione la mozione 1, quella appunto di Ferrero, ha avuto i voti di 342 delegati, contro i 304 che hanno votato la mozione 2, quella di Nichi Vendola e Gennaro Migliore (cioè i bertinottiani, che per la prima volta nella storia di Rifondazione sono quindi in minoranza); il Comitato politico nazionale ha poi eletto Ferrero segretario con 142 sì, 134 no, 4 schede bianche e 1 astenuto.

Un partito completamente spaccato a metà, con Ferrero che, per poter raggiungere la maggioranza, ha dovuto mettere insieme i comunisti duri e puri: gli ex-cossuttiani di Claudio Grassi, i marxisti-leninisti de L'Ernesto di Fosco Giannini, e i trotzkisti di FalceMartello guidati da Claudio Bellotti.

Una svolta quindi a sinistra, come infatti annunciano i programmi dello stesso Ferrero: basta con il progetto di unità a sinistra del Pd (definito il più grave errore degli ultimi anni), ripartenza dal basso, opposizione "sociale" al governo Berlusconi, nessun dialogo col Pd con il quale non si è più disponibili ad alleanze (anche se si precisa che a livello di amministrazioni locali "si valuterà in base a convergenze programmatiche"), si ritira fuori il vecchio simbolo della falce e martello, corsa da soli alle Elezioni Europee dell'anno prossimo, stop anche al Partito della Sinistra Europea.

Insomma, lotta dura e pura e nessun'ambizione di governo. Chiusura completa nel proprio riccio. Un salto indietro completo, per posizionarsi su una strada lungo la quale, come dice oggi Tonini in un intervista al Riformista, sarà difficile tornare in Parlamento, e sicuramente impossibile tornare al Governo.

Ma un partito che rinuncia intrinsecamente ad andare al Governo è un partito che non ha neanche senso. Definizione di "partito" dal Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli: "organizzazione politica di più persone volta al raggiungimento di fini comuni per la conquista e l'esercizio del potere politico". Invece Rifondazione Comunista ha deciso ieri di non volere più andare al Governo, di non aspirare più alla conquista del potere politico, ma al contrario di volersi limitare a fare la gara a chi è più puro.

E allora prego, fatela pure questa gara... Di sicuro alle ultime elezioni ci sono stati molti passati elettori di Rifondazione che però, attratti dal cosiddetto "voto utile", hanno invece votato il Pd. E probabilmente, se avesse vinto, Vendola sarebbe stato capace di riprendersi questi voti e di proporsi quindi ancora come protagonista sulla scena politica italiana. Ma invece ha vinto Ferrero, e così quei voti resteranno probabilmente al Pd, o passeranno al massimo a Di Pietro.

Contando che la Sinistra Arcobaleno ha preso il 3% alla Camera e il 3,2% al Senato, e tenendo presente che, insieme a Rifondazione, c'erano anche Verdi, Comunisti Italiani, e Sinistra Democratica, possiamo stimare in circa l'1,5% i voti di Rifondazione. Se poi ci sarà anche la scissione di Vendola (che per ora invece nega), saranno anche meno.

E così, mentre continueranno a discutere della lotta di classe e della filosofia, di Marx e di Engels, senza preoccuparsi dei reali problemi della gente, questi duri e puri scompariranno quasi senza accorgersene. Io personalmente non ne sentirò la mancanza.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Tommaso, ho letto con piacere questo blog, di cui non condivido quasi nulla. Ferrero non è un estremista e al contrario è movimentista. Nel documento approvato non ci sono soviet, ma movimento contro il G8...

Approfitto per pubblicare un mio articolo sul congresso, diciamo per avere una visione dall'interno.

n seguito al VII Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, il compagno Paolo Ferrero, già Ministro della Solidarietà Sociale, è eletto Segretario Nazionale del PRC.
La mozione Rifondazione Comunista in Movimento aveva ottenuto il 40,3% dei consensi contro il 47,3% del documento firmato dal compagno Nichi Vendola, ma ha ottenuto in sede congressuale l'appoggio di tutte le altre mozioni, dai comunisti di Pegolo ai trotzkisti di Bellotti.
La nuova dirigenza, a differenza di quella uscita da Venezia, non sarà rappresentativa di una sola mozione, ma reale espressione di tutte le anime del partito, di tutte le volontà della base.
Con oggi si conclude un congresso lungo e difficile, segnato dall'autocritica, dalla delusione ma anche dalla voglia di ricominciare.
Spero che adesso, il Partito della Rifondazione Comunista possa ricominciare a lavorare unito, per tornare nelle strade, per uscire dagli uffici politici e "diventare amico del ragazzo di strada".
Perché siamo tutti compagni e compagne, perché il vero movimento non è interessato all'uomo che riveste la carica più elevata di un partito, il vero movimento vuole noi compagni e compagne del Partito della Rifondazione Comunista, glorioso erede del movimento operaio, al loro fianco nelle battaglie che contano, per i lavoratori e le lavoratrici, per gli studenti, per gli immigrati, per l'ambiente.
E allora compagni e compagne, ricominciamo, rialziamoci e lottiamo con il nostro popolo, per il nostro popolo. Perché una società nuova è possibile, perché dalla crisi si esce in basso a sinistra.

Tommy ha detto...

Ciao e benvenuto nel mio blog!
È sicuramente utile sentire qualcuno dall'interno di Rifondazione.
Innanzitutto, io non ho detto che Ferrero sia un estremista, ma che per farsi eleggere segretario ha avuto bisogno dei voti degli estremisti, e questo influirà (e ha già cominciato ad influire) nella politica di Rifondazione.
Non metto in dubbio poi quanto detto da te nel tuo articolo: sicuramente c'è voglia di ricominciare, ma il problema è in che senso ricominciare.
A mio parere si è scelta la strada dell'isolamento che non porterà a nessun risultato politico. Si è scelta questa strada come reazione a quanto successo con il governo Prodi, da voi considerato un fallimento. Decidere però di restare all'opposizione per sempre produrrà sicuramente per voi meno risultati di quanti (pochi secondo il vostro punto di vista) ne ha ottenuti il governo Prodi.
Per questo dico che la strada che ha scelto Rifondazione è, dal suo punto di vista, sbagliata. Poi, per me, potete fare quello che vi pare: prego...

Anonimo ha detto...

gravissimo errore

doveva vincere vendola, poche balle

ora invece comandano i trotzkisty! quelli che non si vorrebbero manco presentare alle elezioni!

ma dai

Tommy ha detto...

beh, se non si presentano neanche, risparmiano pure i soldi della campagna elettorale e non fanno una figuraccia...

Anonimo ha detto...

Il bello è che finalmente non comanda nessuno, ci sarà più democrazia.. Indubbiamente Ferrero non ha il carisma di Vendola o Bertinotti e quindi il giudizio sarà tutto politico.. Faccio gli auguri al mio nuovo segretario nazionale...

Tommy ha detto...

Di auguri ne ha sicuramente bisogno, e, pur non condividendo le sue idee, glieli faccio anch'io!

Anonimo ha detto...

Caro Tommaso, prima di tutto grazie per il tuo link al nostro blog. Leggendo questo tuo post posso immaginare cosa tu abbia potuto pensare quando desti un'occhiata ai miei su Ferrero e Congresso nostro. Ti scrivo in qualità di iscritto non delegato al congresso. La ragione che mi spinge a non essere Vendoliano è unicamente politica, non umana. Nulla di negativo in Vendola come persona, acculturata ed erudita. Politicamente però è tutt'altro paio di maniche. Il discorso si fa lungo, molto lungo e non voglio tediarti troppo. Ciò che mi preme sottolineare è
1. al congresso di sezione io ho votato astenuto, perchè ai tempi nè Ferrero, nè Vendola mi diedero certezze politiche e programmatiche. Io, come altri compagni, avremmo voluto un Congresso a temi, non a mozioni. Io avrei voluto fondere punti interessanti di quasi ogni documento, e certamente anche Vendola proponeva qualcosa di interessante. Si è voluti andare allo scontro ed allora si gioca con altre regole.
2. Vendola e la sua mozione hanno dato prova di essere dei truffatori (su questo ho anche scritto un lavoro statistico), falsando i voti al Sud in modo così macroscopico (le truffette le hanno commesse anche i ferrariani bada bene, ma hanno avuto la minima decenza di non farlo in modo esagerato), che il risultato del Doc.2 è eufemisticamente dubbio. Io lo definisco un boomerang che si scaglierà su di loro appena si dovrà chiedere ai compagni di lavorare sul serio e non più a passare il tempo in sezione a cianciare e giocare alla playstation.
3. Vendola è la lancia di Longino che il PD, tramite D'Alema, ha usato per distruggere RC. Se ti raccontassi gli aneddoti potresti capirlo anche te, che sei di fuori, ma evito per la tua gioia
4. Ferrero ha dato rilancio alle politiche sociali. Vendola voleva dare risalto a quelle civili. Questa è una differenza sostanziale, determinante e vitale per un partito che si vuole definire comunista. Vendola è pro-Tibet, i ferrariani ed io compreso no, giusto per darti un esempio concreto.
Vendola non vuole più essere comunista e neanche minimamente legato a quei simboli. Ne ha tutti i diritti, ma che allora lo dica chiaro e tondo e si cerchi un altro partito con Bertinotti, unico caso nel nostro partito di un segretario mai stato comunista (fu infatti un sindacalista del PSI. Direi tragicomico. Come se alla guida del PD ci fosse Boselli).
5. Solo i prossimi anni dimostreranno se, non tanto Ferrero, quanto i comunisti abbiano avuto ragione, ovvero fine del leaderismo bertinottiano e politiche sociali a tutto spiano. I nostri potenziali elettori si sono rotti le palle di sentire un aristocratico snob che discute di ermeneutica e Platone ma non sa cosa debba fare per far arrivare alla terza settimana un operaio, un contadino, uno studente fuori sede, una casalinga, un pensionato, un neolaureato con master e stage. Siamo stati per anni un circolo intellettuale, non un partito comunista.

Il nostro errore è stato esattamente questo: ci siamo illusi di comportarci da comunisti, dimostrando di essere sulla carta, se fosse andato proprio bene, neo-keynesiani. Ed alle categorie di cui sopra questo non è andato proprio giù. Con tutte le ragioni di questo mondo.

Grazie

Marco e il Termometro Politico

p.s.: per la cronaca, e per rispondere a chi attacca i trotskysti, io sono trotskysta. Ma per il bene del mio partito, accetterei anche puro stalinismo e togliattismo. Fotte nulla delle ideologie se poi perdo, ed in politica l'unico obbiettivo è governare, non partecipare. Coloro i quali sbeffeggiano i trotskysti mi auguro abbiano preso in mano qualche testo prima di parlare.

Tommy ha detto...

Ciao Marco, benvenuto qui nel mio blog e grazie per il tuo commento!

Qualche risposta e (soprattutto) qualche dubbio:
2) Se Vendola abbia falsato i voti o meno io non posso saperlo e ormai credo che non importi più (discorso diverso sarebbe stato ovviamente se avesse vinto grazie a questi presunti brogli).
4) Credo che sia le politiche sociali che quelle civili siano importanti. Ma essere o meno pro-Tibet quanto è importante? E cosa si intende esattamente con "pro-Tibet"? Volere l'indipendenza del Tibet o semplicemente riconoscere che in quella regione ci sono violazioni sistematiche dei diritti umani? Tu che sei dentro nel partito, ci potrebbe essere appunto una scissione oppure Vendola e i bertinottiani rimarranno? Se sì, in che tempi?
5) Sicuramente sarà il tempo a dire chi ha ragione, questo è ovvio, staremo a vedere.
Sono d'accordo con te che in politica quello che conta è governare, non partecipare; ed è da questa affermazione che nascevano i miei dubbi sulla svolta di Rifondazione in quanto mi sembra che così si sia completamente esclusa anche solo l'idea di tornare al governo, perlomeno in tempi brevi.

Grazie ancora per il tuo intervento e a risentirci!
(ah, se ti va, si potrebbe mettere il mio indirizzo nel blogroll del Termometro, sempre se è possibile...)

Anonimo ha detto...

Parto dal fondo, aggiunto il tuo blog. Pensavo di averlo già fatto, ma qualcosa era andato storto. Mah!

Scissione: no, non credo lo faranno. Non per spirito di partito ma per interesse. Se se ne andassero via sarebbero considerati degli scissionisti trotskysti, che da queste parti è peggiore di essere considerati cattolici ortodossi. La stessa accusa Bertinotti, dopo il Congresso di Venezia 2005 la mosse a Ferrando e poi a Sinistra Critica. Quindi, non possono farlo per facciata. Cosa potrà accadere sarà l'instaurarsi di una forte corrente interna, già evidenziata dal fatto che Vendola, in barba all'unità del partito e alla pacifica convivenza da lui tanto auspicata in dibattito congressuale, abbia detto che proseguirà con le sue iniziative legate alla mozione 2. A prescindere. L'avessimo fatto noi ai tempi di Bertinotti, saremmo stati tacciati con i peggiori epiteti.

Governismo: Vendola vuole certamente contare, Ferrero non ne ha le capacità, e lo si è visto come Ministro (in realtà la colpa è attribuibile al partito, ed in particolare alla mossa egocentrica dell'ex Presidente della Camera). Il nostro peso nel governo Prodi fu lettaralmente divelto a causa della mossa narcisistica ed onanistica di Bertinotti, che invece di concedere al partito un Ministro col portafoglio, si autoproclamò Gran Khan, togliendoci in pratica fuori dai giochi che contavano. Grazie ancora una volta Fausto. Io confido non nel leaderismo di Paolo, ma nella laboriosità dei compagni seri ed onesti che esistono e bisogna soltanto ridar loro coraggio ed obbiettivi realistici.
p.s.: Fausto ha avuto talmente tanto coraggio delle sue azioni, che perse le elezioni di Aprile, invece di dimettersi come ci si aspettava di fronte a noi militanti, lo fece di fronte ad uno sparuto gruppetto di giornalisti in una hall di Hotel romano.

Voti falsi: in realtà contano ancora i dati falsi, ma conteranno all'opposto. Mi piego: Vendola ha chiamato a votare dei "potenziali" elettori della SA, non gli iscritti, come vorrebbe invece il nostro Statuto. A Vendola, Giordano, Bertinotti il nostro Statuto non è mai andato troppo giù. Lo tradirono con la creazione della SA, lo tradirono con la scelta di Bertinotti a leader della SA e lo tradirono con la non convocazione di un referendum straordinario prima del Congresso di Chianciano.
Secondo Vendola, egli voleva copiare il successo delle primarie PDdine. In realtà nulla di grave, ma poi sorge un problema. Quando c'è da lavorare sul serio, ti serve manodopera, manovalanza, ed ovviamente i "potenziali" lavoratori diventano desaparecidos, lasciando agli iscritti ufficiali il compito di sudare. Come sempre. Si vedrà nei prossimi mesi, quando la macchina inizierà a muoversi, che i compagni attivi saranno sempre i soliti, non i vendoliani dell'ultima ora. E lì Vendola dovrà far carte false per giustificare l'assenteismo dei suoi. Non so se tu sai ma Vendola è riuscito nell'ardua impresa di far votare per il nostro congresso anche i tesserati di Sinistra Democratica. Colti in flagrante, hanno fatto spallucce. Già, hai letto bene. Non solo è contro lo Statuto nostro, ma anche contro la più banale etica. Ma non per Vendola.

Questione Tibet ed altre amenità: ovviamente ai fini pratici di chi lavora nei quartieri disagiati, essere pro Tibet, o Laos o Ossezia del Sud conta una fava. Ma non sono questioni di lana caprina come si potrebbero facilmente bollare. Non entro nel merito del caso Tibet (se leggi il nostro blog, saprai bene come la penso e sprattutto perchè). E' importante però notare come i dirigenti nostri si schierino su questa questione per stabilire fino a che punto sappiano essere materialisti storici, che non è una malattia della pelle, ma l'ABC per qualunque comunista che non lo sia diventato perchè crede nella liberalizzazione dell'erba, dei concerti gratuiti e delle docce una volta al mese, compresi cani pulciosi. In sezione io ho avuto forti discussioni su questo argomento: sono discretamente aperto di mentalità, tollerante e paziente, ma non sopporto l'ignoranza spacciata per "valore". Ad un elettore posso concedere il lusso di non sapere chi sia il Dalai Lama attuale, o cosa abbia detto Marx sul plusvalore o Lenin su Stato e Rivoluzione. Ad un militante/dirigente no, non glielo concedo. Spesso, quando riprendo questi caproni, sostengono che un comunista non abbia bisogno di conoscere il capitale o di leggere Adorno o Bakunin. Il comunismo nasce da dentro (neanche fosse un tumore).
Ottimo direi io, guarda te che coglione che sono io. L'avessi saputo prima non avrei dedicato 15 anni della mia vita ad informarmi. Poi però se chiedi loro prima che ti facciano fare delle figure di cacca mentre volantini o partecipi a riunioni "cosa vuol dire per te essere comunista?", ti metti le mani nei capelli. Mica mi aspetto filippiche pantagrueliche e panegiriche sull'argomento, ma almeno non sparare corbellerie anti-storiche ed evidentemente false logicamente. Tuttavia, sostengono i vari Pereira che loro non abbiano bisogno di leggere Marx e sappiano perfettamente cosa sia il comunismo. Chi sono costoro? In grande maggioranza sono i giovani comunisti della corrente Bertinotti-Vendola, i quali in federazione passano anche il loro tempo a giocare alla playstation. Con a fiando dei poster del Che, hanno i monaci buddhisti lamaisti che protestano. C'è da essere fieri del grado di preparazione di questi scarti culturali spacciati per le giovani promesse del comunismo italiano.

Tommy ha detto...

Grazie per il link!

Sicuramente far votare persone iscritte ad altri partiti è un imbroglio, su questo non ci piove!

Quanto alla formazione, sono d'accordo con te che si può e si deve pretendere dai militanti almeno un po' di conoscenza di quello che caratterizza il loro partito, in questo caso appunto l'essere comunista. Tanto per curiosità, nel vostro partito ci sono scuole di formazione / corsi o qualcosa del genere?

Anonimo ha detto...

Tommaso, sfondi con me una porta aperta se introduci l'annosa questione delle scuole di formazione. Quando le proponemmo, ci guardarono come delle bestie fameliche. Non sto a sottolineare coloro i quali furono di questo avviso, ormai è evidente. Quale fu la critica rivoltaci? Le scuole di formazione sono degenerazione Sovietica, non vogliamo avere Soviet entro il nostro partito, il lavaggio del cervello non lo approveremo mai.
Inutile dire che non si tratta di lavaggio del cervello, ma di pure formazione politica e storica. Come se all'università, non potessero insegnarti Aristotele perchè passabile di indottrinamento aristotelico. Baggianate.
La corretta ed analitica preparazione deve essere la base fondante per un qualunque quadro dirigente. Se non ti va perchè troppo noioso, ti vai a cercare altre mansioni, nessuno ti obbliga a fare politica.

I critici di questa proposta non sanno distinguere un maoista da un bordighista. Sono coloro i quali non sanno cosa voglia dire piano quinquennale o plusvalore. Eppure, durante i comizi per strada, ti fermano e ti dicono "diventa anche tu comunista come noi, il mondo sarà più bello e splendente". Basta porre loro alcune domande trabocchetto, e capisci subito di quale enorme cultura politica siano portatori. Fallo anche tu la prossima volta che vedi un sedicente comunista per strada e ti farai due risate. Poni la domanda "tu che vesti la maglietta del Che e nella mano impugni la bandiera della pace, non pensi che sia un tantino contradditorio?"

Non parliamo poi dei dirigenti comunali o assessori: vengono scelti entro il partito non si sa bene per quali autorevoli competenze. Poi li mandi al primo consiglio di quartiere per discutere sul piano regolatore e non sanno distinguere la differenza tra una legge ed una proposta di legge.

Iniziate ora a comprendere il motivo per cui siamo usciti dal Parlamento? Ai tempi di Togliatti, e lo dice un trotskysta, i quadri avevano due palle icosaedriche sotto, e per questo facevamo tremare l'intera europa. Ora facciamo giusto tremare qualche lombrico.

Tommy ha detto...

Sono d'accordo: a mio parere delle scuole di formazione sono importanti, soprattutto per quanto riguarda quelli che hanno compiti importanti, come assessori o consiglieri.

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.