martedì 15 luglio 2008

Il caso Del Turco e la giustizia in Italia

È di ieri la notizia che, in seguito ad un’inchiesta sulla sanità regionale in Abruzzo, è stato arrestato il presidente della regione stessa (che tutti i giornali chiamano impropriamente governatore), Ottaviano Del Turco (del Pd), insieme ad altri assessori e funzionari vari. Le accuse sono: associazione a delinquere, concussione, e corruzione.

Ma non è a proposito delle accuse che voglio parlare, dal momento che tra l’altro non sono a conoscenza di tutti gli atti e che sarebbe comunque quantomeno inopportuno giudicare adesso, ma piuttosto volevo soffermarmi un attimo su due reazioni nel mondo politico completamente opposte:

1) Berlusconi, senza, come tutti, conoscere gli atti, ma presumibilmente mosso da una certa solidarietà, si è subito lanciato in accuse pesanti: “Mi sembra una cosa molto strana. Molto spesso questi teoremi accusatori non sono confermati.(…) La vicenda di Del Turco non mi convince perché è stato decapitato completamente -una vera e propria retata- il governo di una Regione. Mi hanno spiegato anche il teorema accusatorio e sapendo come si muove l’accusa in Italia... mah! Non mi interessa che si tratti di una giunta di sinistra. Io pongo le questioni senza guardare se colpiscono questo o quell’altro...”. In poche parole: non importa di che parte siano i politici, i magistrati non possono accusarli di niente. Scusate, ma devo essermi perso qualcosa: ma i magistrati non erano tutti comunisti e continuavano ad indagare solo su Berlusconi? Oppure hanno trovato un po’ di tempo, tra un processo a Berlusconi e un altro, per indagare anche su Del Turco? O forse ancora hanno fatto apposta, una bella indagine su uno del centrosinistra, così per far vedere che non sono politicizzati, no?

2) Di Pietro, invece, ha avuto la reazione completamente contraria: “È tornata Tangentopoli”.

In sintesi: per Berlusconi innocenza a prescindere, per Di Pietro invece colpevolezza a prescindere.

Due risposte veloci:

- a Berlusconi: bisogna avere fiducia nella magistratura, non continuare a gettare discredito su di essa, delegittimandola e gettando così fango sull’Italia intera;

- a Di Pietro: per qualsiasi imputato vale la presunzione di innocenza, fino all’ultimo grado di giustizia; poi, se sarà verificata la colpevolezza, si trarranno le giuste conclusioni; ma per adesso niente giudizi affrettati e niente gogna mediatica.

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