domenica 31 agosto 2008

Il Caucaso e il principio di autodeterminazione dei popoli

Dopo il mio post precedente in cui avevo già parlato della questione dell'Ossezia, e avendo letto tra gli altri un intervento di Francesco Zanfardino sul tema, ci ritorno sopra, per esprimere in modo più dettagliato la mia opinione in proposito.
La causa della guerra tra Georgia e Russia, al di là delle reciproche accuse su chi abbia iniziato per prima, e prima ancora il motivo di tutte le tensioni presenti nel Caucaso è sicuramente la grande frammentazione etnico-linguistica di questa regione a cavallo tra Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Turchia, e Iran: georgiani, russi, armeni, azeri, abcasi, osseti, e ceceni sono solo i più noti tra gli abitanti del Caucaso, ma ce ne sono molti altri sconosciuti ai più, come per esempio adighi, circassi, agul, avari, rutuli, ingusci, balcari, carachi, kumyk, nogai (e non sono finiti qui).
Facile quindi trovare, tra tutti questi popoli, chi si senta scontento, chi voglia più autonomia o addirittura l'indipendenza. In particolare sono tre gli stati caucasici a reclamare l'indipendenza: Abcasia, Ossezia del Sud, e Nagorno-Karabakh.
Le prime due sono formalmente territorio georgiano e sono quelle venute alla ribalta recentemente, anche se le loro dichiarazioni di indipendenza risalgono rispettivamente al 1992 e al 1991: sono de facto indipendenti, anche se internazionalmente sono riconosciute soltanto dalla Russia (dal 26 agosto di quest'anno).
Il Nagorno-Karabakh, invece, è una regione facente parte dell'Azerbaigian, la cui popolazione è però principalmente composta da armeni. Per questo ha dichiarato nel 1991 la propria indipendenza e attualmente è de facto uno stato indipendente, pur essendo riconosciuto solamente dall'Armenia.
Il problema, non di facile soluzione, è quindi: quando una regione ha diritto all'indipendenza? chi lo decide?
Secondo il principio dell'autodeterminazione dei popoli, riconosciuto anche dall'Onu nella Carta della Nazioni Unite (al capitolo 1, articolo 1, paragrafo 2 si legge, tra i fini dell'Onu, "sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'auto-determinazione dei popoli"), ogni popolo sottoposto a dominio straniero ha diritto a ottenere l'indipendenza, associarsi ad un altro stato, o comunque scegliere liberamente il proprio regime politico. Ma questo principio astratto quale applicazione pratica può avere?
A mio parere l'unica soluzione possibile è quella del referendum popolare, con osservatori internazionali a controllare e con una soglia minima da raggiungere per il sì all'indipendenza, per esempio il 55%: in questo modo si sarebbe certi di rispettare della volontà dei cittadini e allo stesso tempo si potrebbe avere il giusto riconoscimento internazionale che, inevitabilmente, latita quando a proclamare l'indipendenza è un qualche leader non ben definito o non chiaramente e democraticamente eletto.
Conferma di questo sono gli esempi recenti di attuazione del principio di autodeterminazione dei popoli, ovvero le recenti indipendenze di Timor Est, del Montenegro, e del Kosovo: nei primi due casi, infatti, dove c'è stato un referendum popolare, l'indipendenza è stata riconosciuta internazionalmente e i due stati sono entrati nell'Onu, mentre nel caso del Kosovo, dove non c'è stato un referendum, non c'è neanche stato un pieno riconoscimento internazionale.
Il referendum popolare è quindi l'unica via, democratica, per risolvere i problemi del Caucaso e delle altre regioni in cui vi sono rivendicazioni analoghe, come il Sahara Occidentale, il Somaliland, e la Transnistria.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

ho imparato più pseudonazioni in queste poche righe che nel resto della mia vita

ma davvero c'è un posto che si chiama transnistria?

ah io cmq sono abbastanza contro al principio dell'autodeterminazione del popolo. punto primo, la massa è stupida, ed è il principale motivo percui la democrazia non funziona. punto secondo, esso ha generato più guerre che qualunque altro casus belli

Anonimo ha detto...

off topic: guarda che il pieron è un bel volpino... da' un'occhiata qui e vedi com'era la versione originale del post: http://www.google.it/search?hl=it&q=Una+donna+candidata+a+vice-presidente+non+si+%C3%A8+mai+vista+nella+storia+degli+USA&btnG=Cerca+con+Google&meta=

tra l'altro ha pure censurato un mio commento dove segnalavo ai lettori la furbata.

Anonimo ha detto...

Innanzitutto grazie per avermi citato (e per avermi corretto, comunque volevo intendere che in Kosovo gli USA avevano riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, e quindi ora non dovrebbero tirarsi indietro e fare doppiopesismo con Abcazia e Ossezia).

Per quanto riguarda il post, come sai sono d'accordo con te ... hai fatto bene a citare anche la Transnitria, il Somaliland e il Sahara Occidentale ... soprattutto in quest'ultimo caso, oserei dire che è uno scandalo che la situazione non sia ancora risolta.

Ciao

www.discutendo.ilcannocchiale.it

Tommy ha detto...

peppo, la Transnistria esiste veramente, formalmente fa parte della Moldavia, ma ha dichiarato la propria indipendenza nel 1990, anche se non è riconosciuta da nessuno; pensa che ha pure una propria moneta!

francesco, sono andato a controllare meglio e in realtà in Kosovo le cose sono andate così: nel 1990 i separatisti dichiarano l'indipendenza e nel 1992 si svolge effettivamente un referendum (non riconosciuto internazionalmente) in cui il sì all'indipendenza stravince; a questo punto scoppia una guerriglia contro i serbi a cui seguì dura repressione da parte della Serbia e infine l'intervento della Nato; dopo la pace, il Kosovo fu posto sotto protettorato della Nato e gli fu data maggiore autonomia, sempre però all'interno della Serbia; poi nel 2006 sono iniziati i negoziati per discutere lo status del Kosovo, finiti però in un nulla di fatto; a questo punto (17 febbraio 2008) il Kosovo ha dichiarato, unilateralmente, l'indipendenza.
La sostanza resta comunque immutata, e hai ragione a dire che non si possono usare due pesi e due misure, il Kosovo sì perché mi è simpatico, l'Ossezia no perché è amica dei russi. Se si stabilisce un criterio, poi lo si applica sempre. (Tra l'altro, se non si è capito, io sono favorevole all'indipendenza del Kosovo)

Off topic: ardimentoso eroe, guardando sul link che dici te mi appare sempre la versione "Una donna candidata a vice-presidente per i repubblicani non si è mai vista nella storia degli USA", poi non so se prima era diverso o meno, e non so se ti abbia censurato qualche commento.

Anonimo ha detto...

Segnalo a tutti voi questo interessante post

Diritto Internazionale

Potete trovare una breve panoramica su che cosa voglia dire concedere l'indipendenza ad un popolo secondo il diritto internazionale.

Come qualcuno ha detto in questi commenti, anche io propendo verso la non elargizione di autonomia come se fosse una caramella. Oppure, vuole il Kosovo o chi per esso diventare indipendente? Bene, prima mi fai vedere tutta la documentazione in cui si attesta come potrai campare solo con i tuoi mezzi, e poi dopo se ne discute. Poichè io non mi fido di nessuno in geopolitica, ed ogni indipendenza è solo buona per creare avamposti di delegittimazione e destabilizzazione (vedasi la Georgia, staccatasi dal blocco sovietico senza troppa legalità), non permetto alla regione XYZ di isolarsi solo perchè lo stato terzo ABC lo riempie di denari. Senza mamma yankee, il Kosovo come diavolo farebbe ad autosostenersi? Che diavolo produde quel fazzoletto di terra per starsene per i fatti propri?
Chissà per quale motivo gli yankee non concedono indipendenza agli indiani d'america però la reclamano per il Kosovo. Eccerto, tutti scemi siamo, solo loro sono furbi.

Anonimo ha detto...

Ciao Tommaso,

Mi piace vedere un comentario que parla de le nazione qui non hanno un estato. Nell'fondo non dovete andare tan lontano per incontrare nazione dove si cerca independenza o almeno qualque cosa sembrante. Per essempro, a la Spagna due essempri: Catalunya e Euskadi.

So que ci possiamo incontrare la ciara diferenza que a Catalunya, noi non siamo radicali, non andiamo armati, e che tantissima gente non catalanista o non independentista, ... ma ... sabe il mondo que Catalunya era un regno prosperissimo fine que va cadere ai mani de la chiamata "Corona de Castella", equivalente a gran parte de la spagna attualle?
Sabe il mondo que con Franco, Catalunya ha riciabuto tanta immigrazione interiore que ce sono paesini dove solo si parla spagnolo?
Sabe il mondo la opressione di la lingua e la cultura di catalunya nella historia?
Sabete que Catalunya paga all'stato spagnolo il triple de lo que se li ritorna dopo? Que gli soldi que gli catalani pagano si va al resto di spagna ma non ritorna?
Cuando cualcuno va pel mondo e dice que è de Barcelona, cosa li dice la gente? Spagna! OH que bello!

Non posso culpare al mondo di non saperlo, la educazione é cosi: non si spieca la storia di quelli qui perdono, si spieca sempre la di quelli qui vinceno.

Non domando la independenza. É tropo difficile, lo so. Ma un po piu di autonomia, piu sembrante a Euskadi.

E, Tommaso, sono d'accordo con te que la via democratica, il referendum populare deve essere l'arma que dobiamo utilizare per assolire la pace.

E ... non so si ho scrito una cosa incomprensible, mi scuso per quelli que non mi conoscono, ma sono catalana e mai non ho studiato italiano. So anche que ho scrito una cosa diferente dil tema, ma é quello con que tengo piu dominio... é la mia terra e ancora que per parte dil mio nonno tengo la sagne andalusa (sud di spagna), io mi sento SOLO catalana.

Tommy ha detto...

Ciao Marco, grazie per quell'articolo molto interessante. Quello che si dice nell'articolo è essenzialmente che il principio di autodeterminazione dei popoli non ha effetti retroattivi e quindi, essendo il Kosovo parte della Serbia da prima che questo principio fosse formulato, non può appellarsi a questo principio. Sinceramente, per quanto questa interpretazione possa essere fondata giuridicamente, non la condivido perchè annullerebbe di fatto tale principio, riducendone la possibilità di applicazione a pochi casi.
L'articolo dice anche chiaramente però che se una regione si dichiara indipendente e, de facto, lo è, nel senso che assicura la sicurezza con una propria polizia, si fa pagare le tasse, eccetera, allora dal punto di vista storico sarà considerato indipendente; in questo senso il riconoscimento o meno da parte degli altri stati assume soltanto il valore di una presa d'atto di qualcosa che ormai è già.
Per il resto, forse non è ben chiaro dal mio post, ma neanche io sono d'accordo ad un'elargizione a pioggia dell'indipendenza; a mio parere devono esserci delle condizioni base, tra le quali la diversità etnico-linguistica rispetto alla nazione sotto la quale ci si trova: in sintesi, va bene gli osseti che sono diversi dai georgiani, non van bene i padani che sono uguali agli italiani (questo per fermare per esempio un qualsiasi Borghezio di turno dal cavalcare l'onda e inneggiare al Kosovo come precedente per la Padania).

Poi, ciao Anna e benvenuta nel mio blog! Innanzitutto, non ti preoccupare, il tuo commento è perfettamente comprensibile. Quello che dici è sicuramente giusto, la Catalunya e i Paesi Baschi sono due esempi che abbiamo proprio sotto gli occhi e probabilmente per questo non ci pensiamo. Quanto detto da me nel post si può estendere a entrambi.

Antonio Candeliere ha detto...

molto pragmatico il tuo post e ben articolato.

Tommy ha detto...

Ciao antonio, benvenuto nel mio blog, e grazie per i complimenti!

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

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